Santa Fermina, la storia della nostra patrona.

La storia di Santa Fermina iniziò nel 272 d.C., nacque a Roma da Calpurnio Pisone, allora prefetto di Roma.

Si convertì al cristianesimo all’età di 15 anni e dovette fuggire a causa delle persecuzioni dei cristiani da parte degli imperatori Diocleziano e Massimiano. Per questo motivo cercò di imbarcarsi sul Tevere da Ostia, per arrivare a Centumcellae (l’attuale Civitavecchia).

La legenda vuole che durante la traversata si ritrovò in una violenta tempesta che si scatenò sulle imbarcazioni. Con le sue preghiere a Dio, chiese di calmare le acque e di poter proseguire il suo viaggio fino alla terra ferma. Da lì a poco la tempesta si attenuò e i marinai che assistettero al miracolo la dichiararono subito santa e protettrice dei naviganti.

Arrivata a Centumcellae, Firmina si fermò all’interno di una grotta vicino alla costa e cominciò a diffondere la parola del vangelo alla gente della città. Inoltre la Santa incominciò da subito a svolgere anche opere di assistenza e di conforto nei confronti dei cristiani deportati. Attualmente la grotta vicino alla costa si trova incorporata all’interno del Forte Michelangelo all’ingresso del Porto di Civitavecchia.

Fermina dopo un periodo a Centumcellae, si rimise in viaggio e raggiunse la città di Amelia (TR). Quando arrivò nella città umbra fu sorpresa dalla persecuzione di Diocleziano, che la fece giudicare da Megezio e martirizzare da Olimpiade. Nonostante ciò la sua fede non fu scalfita, tanto che riuscì a far convertire quest’ultimo al cristianesimo insieme alla sua famiglia.

Fermina morì ad Amelia il 24 Novembre del 304 d.C., all’età di 32 anni. Il suo corpo venne seppellito segretamente dai cristiani che abitavano ad Amelia. I suoi resti furono ritrovati successivamente nel 870 d.C. e deposti nella Cattedrale.

Nel frattempo Centumcellae ricostruita dopo la distruzione dei Saraceni, cambio nome in Civitavecchia, ma non dimenticò mai quella giovane martire che trascorse del tempo in quella grotta sulla costa, tanto da proclamarla patrona della città e protettrice dei naviganti.

Proprio grazie a questo riconoscimento, il 28 aprile del 1647 il Vescovo di Amelia, pensò di donare alcune reliquie di Santa Fermina alla Cattedrale di Civitavecchia. Fu così che da allora si festeggiò la Santa patrona dei naviganti il 28 aprile.

A Civitavecchia il cerimoniale che si tiene ogni anno per i festeggiamenti di Santa Fermina, è solenne. Si inizia dalla mattina con l’accensione del cero offerto dalla città di Amelia e si continua con il corte storico che sfila per la città con costumi dell’epoca romana, dando vita insieme agli sbandieratori ad un vero e proprio insigne riconoscimento alla Santa Patrona.

Nel pomeriggio la statua della Santa viene trasportata in spalla fino al Porto di Civitavecchia e fatta salire su un rimorchiatore, dove si dà il via alla benedizione in mare, in ricordo del miracolo compiuto da Santa Fermina, tra il suono delle sirene delle navi, dei pescherecci e delle numerose imbarcazioni che seguono il corteo.

Tra il gioioso corteo in festa, la statua e le reliquie di Santa Fermina percorrono l’interno del Porto di Civitavecchia, dove si formerà una piccola processione composta dalle imbarcazioni locali. Durante la traversata verrà lanciata in mare una corona d’alloro in onore e ricordo di tutti i naviganti caduti.

Santa Fermina è celebrata ogni anno il 28 aprile a Civitavecchia (Roma) e il 24 novembre ad Amelia (Terni) come Santo Patrono dei Naviganti e delle due città.

Santa Fermina